Essere single in Italia: Una scelta di Indipendenza o un peso economico? Libertà o sacrificio?

L‘idea dell’indipendenza relazionale ha preso piede negli ultimi anni, diventando un simbolo di libertà e autodeterminazione. Tuttavia, il costo di questa libertà ha un impatto concreto sul portafoglio, come emerge da un’analisi condotta da Coldiretti nel 2020: vivere da single in Italia comporta un aumento del costo della vita del 78% rispetto a chi vive in una famiglia di tre persone ad esempio.

1. L’Economia della Solitudine: Quanto costa essere single in Italia?
La scelta di vivere da soli comporta spese significativamente più alte, soprattutto nei settori di prima necessità. Secondo Coldiretti, una persona single spende il 55% in più per alimenti e bevande rispetto al costo pro-capite in una famiglia, mentre per l’abitazione la spesa aumenta addirittura del 140%!. Questa disparità si deve a vari fattori, tra cui la mancanza di economie di scala nelle spese domestiche abitative.
Le spese per l’abitazione, dall’affitto alle utenze, rappresentano una delle principali sfide economiche per chi vive da solo. Eppure, per molti, questo costo è giustificato dall’idea di poter gestire la propria vita in autonomia. L’indipendenza, tuttavia, non sempre coincide con la stabilità finanziaria. Con l’aumento del costo della vita, vivere da soli può trasformarsi in una scelta difficile da sostenere.

2. L’indipendenza relazionale e il prezzo della felicità
Essere single è spesso associato a una scelta di libertà. Dopo decenni di battaglie culturali, siamo riusciti a normalizzare l’uso del termine “single” o “scapolo”. Ma questa conquista ha un prezzo sia economico che psicologico.
L’essere soli non riguarda solo il portafoglio, ma anche il senso di appartenenza e la felicità. Secondo un sondaggio pubblicato dal Sole 24 Ore nel 2022, il 55% degli italiani si sente solo e inaspettatamente con un picco di solitudine tra i giovani. Le app di dating, che dovrebbero favorire nuove relazioni (per l’appunto “dovrebbero”…), spesso accentuano questa solitudine, trasformando gli incontri in esperienze fugaci e superficiali.

3. Single per scelta o per circostanza? Un nuovo profilo sociale
Oggi, chi è single piò appartenere a diverse categorie:single per scelta, single di ritorno o genitore single, una realtà in costante crescita. Secondo le previsioni Istat, entro il 2040i genitori single aumenteranno, rappresentando l’11,3% della popolazione. Molte persone scelgono di rimanere single per mantenere una stabilità interiore dopo una relazione fallita, concentrandosi su attività che arricchiscano la loro vita personale, come corsi, hobby o viaggi. Tuttavia, con l’aumento del costo della vita, anche queste attività rischiano di diventare meno accessibili.

4. La nuova normalità: Famiglie mononucleari in aumento
Per la prima volta,le famiglie mononucleari hanno superato le coppie con figli, rappresentando il 33,2% della popolazione. Questo cambiamento riflette una nuova normalità in Italia: vivere da soli non è più un’eccezione, ma una realtà diffusa, con implicazioni economiche, sociali e psicologiche. La società italiana, tuttavia, sembra essere in ritardo nell’adattarsi a questo cambiamento. Le politiche sociali, modelli economici e i supporti fiscali sembrano ancora più orientati a favorire le famiglie tradizionali rispetto a quelle mononucleari.

In conclusione: Quale futuro per i single in Italia?
L’indipendenza relazionale porta con sé una serie di sfide che vanno oltre la semplice questione economica. Chi vive da solo si trova a dover affrontare un prezzo elevatissimo, non solo monetario, ma anche psicologico. Per affrontare questo cambiamento sociale, servono politiche più inclusive, che tengano conto delle esigenze dei single, dai supporti fiscali ai contributi abitativi, fino a interventi per ridurre l’isolamento sociale.

Essere single non dovrebbe significare rinunciare alla prorpia felicità, o sacrificare il proprio benessere economico. Anzi, l’indipendenza relazionale dovrebbe rappresentare una scelta consapevole e sostenibile.

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